I silenzi e le parole che illuminano la vita di Maria


Presentato a Roma il nuovo libro del Card. Lajolo
ROMA, giovedì, 14 aprile 2011 (ZENIT.org).- Un libro di oltre 200 pagine per raccontare le parole e i silenzi di Maria. Perché “se le parole di Gesù sono sette, quelle di Maria sono quattro, ma in un contesto più vasto nel quale c’é anche il suo silenzio”. E’ quanto ha detto il Cardinale Giovanni Lajolo, Presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, nel presentare il 13 aprile a Roma il suo ultimo libro dal titolo “Maria. Silenzi e parole”.

Per l’occasione sono intervenuti oltre all’autore, mons. Giuseppe Sciacca, uditore del Tribunale della Rota Romana, il presidente emerito dell’ENIT (Ente nazionale italiano del Turismo), Gabriele Moretti, e la prof.ssa Benedetta Papàsogli, docente di Letteratura francese all’Università LUMSA. A moderare l’incontro, la presidente dell’Associazione Internazionale dei Critici Letterari, Neria De Giovanni, che ha ricordato come “ogni capitolo viene aperto da un corsivo con le parole del Vangelo che l’autore commenta”.

Il Card. Lajolo ha tenuto a precisare che non si tratta di una biografia su Maria, né tanto meno di un trattato di esegesi o di mariologia in senso stretto, oppure di un libro di ascesi. “Mariologia sì – ha spiegato porporato – ma non nel senso di una teologia elaborata sul mistero di questa donna”.

“Intendo semplicemente – ha indicato – presentare queste parole e questi silenzi che manifestano il rapporto di Maria con le persone con cui parla o comunica”. Perché “in fondo il rapporto interpersonale è la cosa più importante”.

“Certo c’è l’essere, ma la felicità non è quello che sappiamo di essere, ma ciò che noi siamo, e questo appare nei rapporti con le altre persone – ha spiegato –. Se stiamo attenti, i nostri silenzi sono pieni di rapporti con le altre persone, con gli avvenimenti, con ciò che dobbiamo fare, con ciò che dobbiamo evitare o che ci attende”.

“Allora quali sono questi rapporti? E così mi sono avventurato in questa analisi”, ha affermato.

Il Cardinale ha detto di aver voluto raccontare il messaggio personale rivelatogli dalle parole di Maria, ricordando che in esse e soprattutto nel suo Magnificat la Vergine appare così com’è: cioè “un’anima tutta imbevuta dalle parole dell’Antico Testamento” e dalla “meditazione della Scrittura”.

“Perché ritengo – ha proseguito – che quando leggiamo, un testo letterario possa essere approfondito. Ma nella Bibbia la parola la rivolge a me e io devo cercare di capire, perché devo dare la mia risposta”.

Il porporato ha ricordato poi i quattro momenti salienti della vita di Maria: l’Annunciazione “che comincia tacendo”, quando “Maria risponde da serva del Signore e quindi da Regina”; il Magnificat, la citazione più lunga; il ritrovamento di Gesù quando dice: “Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre ed io, angosciati, ti cercavamo”; e alle nozze di Cana quando avverte: “Non hanno più vino”.

Al contrario, ha aggiunto, “i silenzi ci sono quando viene data per presente”. Non per esempio nell’ultima cena, in cui non c’era. A questo proposito, il volume indica tre tipi di silenzio: il primo, impenetrabile, quando Maria è incinta e Giuseppe dubita se ripudiarla oppure no. E Maria, allora, per paura di dire che era stata opera dello Spirito Santo perché Giuseppe le avrebbe chiesto qualche prova, lo lascia nella più grande angoscia. “Soltanto Dio poteva, infatti, trovare una soluzione alla difficoltà nella quale era stata messa”.

Poi ci sono i silenzi trasparenti, ovvi: Maria era una donna normale, simile a noi tranne che nel peccato. E infine ci sono i silenzi penetranti, di quando cercava per esempio di comprendere il mistero di suo figlio dopo aver ascoltato le parole di Simeone, o dopo il ritrovamento di Gesù nel tempio.

E “sull’interpretazione coreografica del Magnificat”, come descritta da Moretti, ha precisato: “Mi è venuta così e così l’ho scritta”. Mentre sulla numerazione in punti, che secondo l’ex presidente dell’ENIT spezza l’armonia del discorso, ha spiegto che “è stato un modo per cercare di capire”.

“Nulla di ciò che scrivo è dogma – ha precisato il porporato –. L’ho scritto perché mi è venuto spontaneo anche se poi ho dovuto ordinarlo. Così con semplicità che non vuole essere dottrina ma conoscere una persona nei suoi rapporti”.

Quindi, ha concluso: “Parole, piuttosto silenzi, perché il mistero di Maria è avvolto nel grande silenzio, perché il Signore, nel mezzo della notte, è voluto scendere tra il suo popolo. E le sue parole, perché Maria è la Madre del Verbo”.

Nel prendere la parola mons. Sciacca ha indicato che la curiosità e l’ammirazione, miste a un senso di sincera pietas, sono stati i sentimenti che lo hanno accompagnato durante la lettura. 

“Ero curioso e anche sorpreso – ha detto – che il Cardinale Lajolo, un riconosciuto giurista e canonista della scuola di Monaco e un consumato diplomatico, a capo del più laico degli organismi che si collega al Sommo Pontefice come sovrano temporale, avesse scritto un volume di mariologia”.

Volume nel quale, ha continuato, “ci invita sobriamente, ma in maniera accattivante, a condividere lo sguardo carico di stupore, di affetto e a monte di fede, che è riuscito a gettare sull’anima della Vergine, sforzandosi di leggere con intelletto di amore i suoi sentimenti, ascoltando le sue parole e i suoi silenzi”.

La prof.ssa Benedetta Papàsogli ha invece notato che “non è un caso che nel titolo ci sia ‘silenzi’ prima di ‘parole’”. La docente ha poi ricordato che la copertina del volume, edito dalla Libreria Editrice Vaticana, riporta una “icona di Maria meditativa che riflette intensamente tutte queste cose nel suo cuore” e che “la parola ‘meditare’ nasce dal greco e dall’ebraico ed etimologicamente significa ‘tenere a cuore’”.

“Sono rimasta impressionata qualche anno fa – ha aggiunto –, invitata da una università francese per una ricerca sulla meditazione come fonte di linguaggi artistici, letterari, filosofici e musicali” di scoprire come “la meditazione assomigli a una scala elicoidale” che si collega a un preciso ramo della meditazione cristiana, caratterizzata dal riferimento alla scrittura e allo studio.

Si tratta, ha concluso, di “ammirare e raccontare come quei personaggi nei quadri di Fra Angelico”, dominati da una atmosfera, una solarità, una luminostià, una medicina “di cui tutti abbiamo un po’ bisogno”.

I silenzi e le parole che illuminano la vita di Mariaultima modifica: 2011-04-16T08:06:05+02:00da gioiaepace
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