I Ladri di Carrozzelle stravedono per la vita

VALERIO DEL CROCE

Nato nel nome di don Bosco, è il più singolare complesso musicale del mondo. Dopo ventotto anni continua a sognare.

Abbiamo incontrato Paolo Falessi, fondatore dell’ormai celebre gruppo musicale i Ladri di Carrozzelle, apparso al Festival di Sanremo 2017, che ha ripercorso insieme a noi una storia meravigliosa che dura ormai da 28 anni. Un’esperienza dal profondo contenuto sociale e soprattutto Salesiano il cui fondamento è riconoscibile nel metodo preventivo di don Bosco. Lo stesso Falessi ammette: “È un metodo educativo fondamentale nella mia esperienza, mi aiuta nel mio lavoro quotidiano con i ragazzi. Questo progetto si fonda sul concetto di allegria e sulla capacità di fare gruppo. La disabilità non è vissuta come ‘problema’ poiché alla tristezza infatti noi sostituiamo l’allegria e soprattutto autoironia. Punto di forza del mio trascorso con i ragazzi è senza dubbio la mia esperienza con i Salesiani. Tale formazione è consolidata in me perché sono cresciuto nell’oratorio Capocroce di Frascati dove ho fatto l’animatore per poi fare l’animatore nazionale PGS e MGS. Un momento importante è stato poi il servizio civile come obiettore di coscienza al Borgo Ragazzi Don Bosco di via Prenestina a Roma”.

“Accordi semplici, un gioco che parla di noi.
Si vuole raccontare la verità e non si impone ai ragazzi uno stile particolare”.

Un progetto ambizioso quello dei Ladri di Carrozzelle, che negli ultimi anni è evoluto in qualcosa di ancora più grande, aprendosi a nuove forme di fragilità non soltanto fisiche ma anche mentali: grazie alla collaborazione con la cooperativa Arcobaleno di Frascati sono stati accolti nuovi membri, cercando di tirar fuori le attitudini e i talenti di ognuno di loro ponendo sempre al centro il rispetto, l’impegno, la leggerezza e il buonumore.
Sempre Falessi aggiunge: “Il nostro ottimismo è vissuto come scelta e questo aiuta i ragazzi a vivere la disabilità con forza interiore e a superare le naturali difficoltà che incontriamo quotidianamente. Cerchiamo di mettere al centro la qualità, cerchiamo di vivere tutti insieme in un gruppo nel quale non devono esserci personalismi, si lavora in blocco. Il saper stare insieme è coltivato al di là delle capacità dei singoli e la passione per la musica ci guida nel raggiungimento dei nostri obiettivi formativi”.
È dunque chiaro come la preparazione di Paolo Falessi unita al suo vivere la spiritualità salesiana lo aiuti nello sviluppo di questo progetto umano, artistico e musicale. Da “Distrofichetto” fino a “Stravedo per la vita” (che il gruppo ha portato al festival di Sanremo 2017) il leitmotiv è l’ironia, l’amore per ciò che si fa e la leggerezza che permette di vedere la disabilità in un’ottica nuova, svincolata da qualsiasi forma di luogo comune.
E Falessi ci racconta poi l’esperienza al Festival di Sanremo: “Un’esperienza importante, significativa, vissuta come gruppo. Ringrazio la dottoressa Severini Melograni e la sua agenzia che hanno potuto realizzare questo sogno: affrontare questa nuova sfida con i ragazzi e le difficoltà di questo palco così prestigioso è stata un’esperienza indimenticabile. Ringrazio tutti coloro che hanno collaborato con noi nell’organizzazione di questo grande avvenimento”.
Ma i Ladri di Carrozzelle non si fermeranno qui, c’è un altro sogno da realizzare: una casa famiglia per i ragazzi. Un luogo tutto loro che li aiuti e li tuteli e nel quale possano continuare a sperimentare l’allegria e a sviluppare i loro talenti musicali. Si pensa infatti alla costruzione di una sala prove, una sala per le registrazioni e ad alloggi per il gruppo. E Falessi aggiunge: “In questi anni abbiamo cercato di creare qualcosa di meno professionistico ma più professionale in modo da fornire ai nostri ragazzi un futuro. Una delle nostre preoccupazioni riguarda che cosa accadrà ai membri del gruppo quando non ci saranno più le famiglie, questo progetto è volto a garantir loro un futuro il più sereno possibile”.
Allegria, ottimismo e sistema preventivo
Programmazione, attenzione, allegria e metodo preventivo come insegnava don Bosco: ecco la forza dei Ladri di Carrozzelle. Altro elemento caratterizzante sta nella varietà dei loro eventi e nelle molteplici tematiche trattate. La disabilità non è necessariamente al centro dei loro testi e un elemento importante è rappresentato dall’alternanza sul palco dei membri del gruppo volto proprio al fine di non creare personalismi specifici.
Non meno importante aspetto dei Ladri di Carrozzelle è l’umorismo come stile: nei rapporti interpersonali, nei testi e nei concerti il gruppo riesce a non perdere mai la capacità di scherzare su tematiche delicate, coinvolgendo il pubblico con un repertorio estremamente brillante e “leggero”. E come ha sottolineato Paolo Falessi: “Si vuole raccontare la verità, nessuno stile è imposto ai ragazzi. Ognuno porta se stesso”.
E potremmo aggiungere che si riesce a esternare qualsiasi argomento, anche il più delicato, con straordinaria efficacia: non soltanto problematiche di natura sociale ma anche integrazione, rispetto e vita comune, prendendo volutamente in giro il concetto stesso di normalità.
Paolo Falessi cerca di far capire questo nuovo punto di vista che di fatto si ricollega ad alcuni insegnamenti fondamentali su cui si basa la vita salesiana con i ragazzi: “Amate ciò che amano i giovani, affinché essi amino ciò che amate voi e il demonio ha paura della gente allegra. Siate sempre allegri”.

I Ladri di Carrozzelle stravedono per la vitaultima modifica: 2017-10-20T16:07:54+02:00da gioiaepace
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