I Salesiani lanciano il “Progetto Europa”

Si è concluso il 26° Capitolo Generale di questa congregazione

ROMA, mercoledì, 23 aprile 2008 (ZENIT.org) – Tra le decisioni adottate nel recente Capitolo Generale della Congregazione Salesiana, spicca il cosiddetto “Progetto Europa”.

Il rettor maggiore dei Salesiani, don Pascual Chávez, ha invitato a ripensare la presenza salesiana nel Vecchio Continente per prestare un miglior servizio pastorale ai giovani.

Per questo, e tra le proposte concrete, si cercherà di “ringiovanire con del personale salesiano le Ispettorie più bisognose per rendere più significativo e fecondo il carisma salesiano nell’Europa d’oggi”.

Lo ha sottolineato nel discorso di chiusura del 26° Capitolo Generale, svoltosi a Roma dal 3 marzo al 12 aprile, al quale hanno partecipato 232 Salesiani in rappresentanza di tutta la Congregazione.

E’ stata proprio questa una delle indicazioni che Benedetto XVI ha segnalato ai Salesiani nelle parole che ha rivolto ai capitolari il 30 marzo scorso.

In quell’occasione, il Pontefice ha affermato che “in un momento in cui in Europa le vocazioni diminuiscono e le sfide dell’evangelizzazione crescono, la Congregazione salesiana deve essere attenta a rafforzare la proposta cristiana, la presenza della Chiesa e il carisma di Don Bosco in questo continente. Come l’Europa è stata generosa con l’invio di numerosi missionari in tutto il mondo, così ora tutta la Congregazione, facendo appello specialmente alle Regioni ricche di vocazioni, sia disponibile nei suoi confronti”.

Su questa linea, il rettor maggiore ha sottolineato che non si tratta di un progetto per il semplice “mantenimento di strutture”, ma di &ld quo;un progetto nuovo per esprimere una presenza nuova, accanto ai giovani d’oggi”.

Spiritualità, comunità e missione

Compiendo un bilancio del Capitolo, p. Pascual Chávez ha segnalato tre priorità per la Congregazione: la spiritualità, mettendo al centro della vita la Parola di Dio e l’Eucaristia; la comunità, come “forma alternativa di vita al modello imperante”; la missione, specialmente nelle nuove frontiere come “l’esclusione, la povertà, la secolarizzazione, la riflessione, la formazione e l’educazione a tutti i livelli”.

Altri aspetti sottolineati per il lavoro della Congregazione per i prossimi anni sono il rilancio della pastorale e dell’evangelizzazione dei giovani, la pastorale delle famiglie e l’attenzione ai più poveri e abbandonati.

Tutto questo, ha ricordato il rettor maggiore, sempre “nel segno della fedeltà all’alleanza, ordinando la nostra vita personale, comunitaria ed istituzionale secondo i valori del Vangelo e secondo il carisma di Don Bosco”.

Come ha ricordato don Chávez nel discorso di chiusura, spetta ora a ogni salesiano, a ogni comunità salesiana, a ogni Ispettoria mettere in pratica le linee d’azione stabilite dal Capitolo, l’organo di massimo livello della Congregazione.

Ripercorrendo infine l’azione pastorale di Don Bosco, ha sottolineato la sua identità di sacerdote-educatore, per concludere segnalando che è “questo il modello che abbiamo e siamo chiamati a riprodurre il più fedelmen015bdcba6e2c027b433da9148d1a86e5.jpgte possibile”.

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