Come sei “buono” mondo occidentale

  Lo scandalo dei farmaci contraffatti per i Paesi poveri

Denuncia dell’arcivescovo Zimowski al congresso internazionale dei farmacisti cattolici

I dati sono stati resi noti dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms):

 il 50 per cento degli antimalarici venduti in Africa sono contraffatti. Fonti non

ufficiali annotano che in alcuni Stati africani il 60 per cento dei farmaci sarebbe

contraffatto, percentuale che sale di altri dieci punti in riferimento agli antimalarici.

Sempre l’Oms sostiene che anche in molte zone del Sud-est asiatico e

dell’America Latina più del 30 per cento dei medicinali sia falso.

L’arcivescovo Zygmunt Zimowski, presidente del Pontificio Consiglio per la

Pastorale della Salute, ha rilanciato questa pesante denuncia durante il

congresso mondiale della federazione internazionale farmacisti cattolici,

svoltosi dall’11 al 14 settembre a Poznan, in Polonia, sul tema “La sicurezza

del medicinale: etica e coscienza per il farmacista”.
“La contraffazione e la falsificazione dei farmaci – ha detto l’arcivescovo nel

suo intervento – colpisce innanzitutto i soggetti in età pediatrica. Falsi antibiotici

e falsi vaccini producono gravi ripercussioni negative sulla loro salute. Molte

sono le morti per malattie respiratorie nei bambini africani, sicuramente più

numerose se curate con antibiotici falsi, senza principio attivo e in compenso

acquistati a caro prezzo. L’uso di antibiotici sottodosati in altri casi induce a

fenomeni di selezione di ceppi batterici resistenti. Per quanto riguarda gli

eccipienti, si usano sostanze tossiche che possono portare alla morte bambini,

come è avvenuto ad Haiti o in Nigeria”.
Un comportamento scandaloso, come aveva denunciato Benedetto XVI presentando

l’enciclica Caritas in veritate “che ci spinge a collocare – ha detto l’arcivescovo

presidente – il tema della sicurezza del medicinale tra le emergenze sanitarie

ed etiche nei Paesi in via di sviluppo, dove il farmaco per l’uomo è il farmaco per

la vita”. Il fenomeno infatti riguarda innanzitutto i farmaci salva vita. Secondo studi

dell’Oms un quarto dei farmaci acquistati per strada nei Paesi poveri è contraffatto.

 In questa situazione monsignor Zimowski invita tutti, in particolare i farmacisti

cattolici “a denunciare con coraggio tutte le forme di contraffazione e falsificazione

dei medicinali e a opporsi alla loro distribuzione”.
Il presule ha poi citato il magistero di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI per ribadire

 il ruolo del farmacista cattolico nel servizio alla vita. In questa sua missione, infatti,

egli “non può rinunciare alle esigenze della sua coscienza in nome delle leggi del

 mercato, né in nome di compiacenti legislazioni” come sosteneva Papa Wojtyla nel

discorso rivolto alla federazione internazionale dei farmacisti cattolici il 3 novembre

1990, e non Benedetto XVI in un messaggio che – ipotizzato fantasiosamente da

alcune agenzie e rimbalzato su molti media – sarebbe stato inviato ai partecipanti

al congresso di Poznan. Per Giovanni Paolo II il “guadagno, legittimo e necessario,

dev’essere sempre subordinato al rispetto della legge morale e all’adesione al

magistero della Chiesa”. Per il farmacista cattolico – diceva ancora – “l’insegnamento

della Chiesa sul rispetto della vita e della dignità della persona umana, dal suo

concepimento fino ai suoi ultimi momenti, è di natura etica e morale. Non può

essere sottoposto alle variazioni di opinioni o applicato secondo opzioni fluttuanti”.
Quanto al magistero di Benedetto XVI, monsignor Zimowski ha ricordato quanto

detto nell’udienza concessa ai partecipanti al xxv congresso internazionale dei

farmacisti cattolici nel 2007. In quella occasione – dunque due anni fa e non oggi,

con buona pace di chi ama le polemiche a tutti i costi – affermò: “Non è possibile

anestetizzare le coscienze, ad esempio sugli effetti di molecole che hanno come

fine quello di evitare l’annidamento di un embrione o di abbreviare la vita di una

persona. Il farmacista deve invitare ciascuno a un sussulto di umanità, affinché

ogni essere sia tutelato dal suo concepimento fino alla sua morte naturale e i

farmaci svolgano veramente il ruolo terapeutico”.
L’arcivescovo ha concluso il suo intervento riproponendo l’appello di Papa Ratzinger

sempre in quel novembre 2007, affinché “le diverse strutture farmaceutiche, dai

laboratori ai centri ospedalieri, e anche tutti i nostri contemporanei, si preoccupino

della solidarietà nell’ambito terapeutico, per permettere l’accesso alle cure e ai

farmaci di prima necessità a tutte le fasce della popolazione e in tutti i Paesi, in

particolare alle persone più povere”. Il Papa si riferiva in particolare ai bambini

dai quali “si leva – disse – un silenzioso grido di dolore che interpella la nostra coscienza”

di uomini prima ancora che di credenti. Dunque che “la missione della scienza e

anche delle aziende del farmaco”, come qualcuno rivendica, sia effettivamente quella di

“offrire soluzioni ai problemi della gente” ma di tutta la gente, anche se povera, poverissima

al punto di non potersi pagare una “soluzione” a problemi di sopravvivenza,

“legati a patologie o a percorsi di vita” ovunque le sia stato dato di vivere la propria esistenza in questo mondo.

(©L’Osservatore Romano – 14-15 settembre 2009)

Come sei “buono” mondo occidentaleultima modifica: 2009-09-15T07:24:00+02:00da gioiaepace
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