La Madonna sconvolge gli intellettuali

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By antonio.socci

Nella mentalità moderna, imbevuta di ideologia, quando i fatti disturbano le
opinioni, tanto peggio per i fatti. Non a caso sta facendo discutere di più,
oggi, sui giornali, il film su Lourdes di Jessica Hausner, nel quale la regista
esprime le sue opinioni incerte sui miracoli, di quanto facciano discutere le
effettive guarigioni miracolose che lì si verificano.

Una delle quali – non ancora riconosciuta perché la Chiesa esige lunghe
verifiche medico-scientifiche – è stata resa nota l’agosto scorso.

La signora Antonietta Raco, 50 anni, di Francavilla in Sinni (Potenza), malata
da quattro anni di sclerosi laterale amiotrofica (SLA) – una malattia terribile
– è andata in pellegrinaggio a Lourdes sulla carrozzella, dove era ormai
immobilizzata, ed è tornata a casa camminando normalmente con le sue gambe.

Cosa le è accaduto? A Lourdes si era immersa nella piscina dell’acqua di
Bernadette e aveva sentito un forte dolore alle gambe e poi una voce di donna
che le diceva: “Non avere paura”. Di colpo è guarita. Quella stessa voce è
tornata per invitarla a far sapere a suo marito cosa le è successo.

“Non è spiegabile con i mezzi di cui scientificamente dispongo”, così il
neurologo Adriano Chiò delle Molinette di Torino, che aveva in cura la signora
dal 2006, commentava il caso con i giornali. In effetti nella letteratura
scientifica non esiste un caso simile.

Il medico ha spiegato: “Non ho mai osservato una situazione del genere in
malati di Sla. La diagnosi era inequivocabile: la signora aveva una forma di
Sla a lenta evoluzione. Una malattia che può rallentare e al massimo fermarsi,
ma che non crediamo possibile che migliori, perché intacca i neuroni
irreversibilmente”.

Invece l’impossibile pare sia accaduto. Di fronte a un’altra guarigione
analoga, riguardante Marie Bailly, una ventenne di Bordeaux – che lui aveva
conosciuto e analizzato come medico – nel 1903, il positivista e scettico
Alexis Carrel (1873-1944), poi Premio Nobel per la medicina a soli 39 anni,
andando a Lourdes rivide tutte le sue convinzioni e si convertì al
cattolicesimo (racconta tutto nel suo memorabile “Viaggio a Lourdes”). Prima
era certo che i miracoli non accadessero. Davanti al fatto si arrese. Carrel
rispose lealmente a chi lo interrogava: “Bisogna constatare i fatti”.

Ma molti razionalisti preferiscono tapparsi gli occhi e ripararsi dietro i
comodi pregiudizi. Emblematico è il caso di un altro importante intellettuale
francese di quegli anni, il laico Emile Zola.

Nella Francia positivista di fine Ottocento si faceva un gran parlare di
Lourdes e delle straordinarie guarigioni che lì avvenivano, perché mettevano in
scacco la cultura dominante che nega il soprannaturale e quindi la possibilità
stessa del miracolo.

Lo scrittore dunque decise di recarsi di persona sul posto per smascherare
tutto. Era armato di tutti i suoi pregiudizi: “non sono credente, non credo ai
miracoli. Ma credo al bisogno del miracolo per l’uomo”. Secondo lui gli uomini
hanno “necessità di essere ingannati e consolati”.

Il “caso” vuole che lo scrittore si trovi a viaggiare nello stesso vagone dove
sono due ammalate di tubercolosi all’ultimo stadio, Marie Lebranchu e Marie
Lemarchand.

Quando dunque il convoglio arriva a Lourdes, nella mattina del 20 agosto 1892,
il famoso scrittore conosce bene le loro situazioni di fronte alle quali la
medicina ormai aveva alzato le braccia in segno di resa.

Ebbene accadde a lui precisamente ciò poi accadrà a Carrel: a Lourdes lui
stesso dovette constatare la guarigione istantanea, definitiva e
scientificamente inspiegabile, proprio di quelle due donne.

Alla sua “sfida” il Cielo aveva risposto con dei fatti. Fatti clamorosi e
innegabili, impossibili da cancellare o ignorare.

Tanto che Zola, nel suo libro, fu “costretto” a riferirne, ma invece di
riconoscere la sconfitta dei suoi pregiudizi, invece di accogliere il dono che
aveva ricevuto, la rivelazione di una verità totalmente inattesa e così
misericordiosa, nel suo romanzo parla della vicenda “inventando la morte delle
due ‘miracolate’, dopo una breve, illusoria guarigione.

E poiché” ha raccontato Vittorio Messori “una delle due donne risanate, e in
modo definitivo, non si rassegnava al falso e protestava sui giornali, Zola
andò a trovarla, offrendole denaro perché sparisse da Parigi…”.

E’ una storia emblematica. La cultura laica moderna lancia la “sfida”, ma poi
non ha la lealtà di verificare la risposta, cioè i fatti. Naturalmente quel
libro di Zola ebbe un gran successo ed è stato ristampato in Italia anche di
recente.

“Zola (…) conoscerà un rinnovato successo presso il pubblico della Francia
laica, rappresentando Lourdes come la capitale di una gigantesca intossicazione
collettiva”, ha scritto domenica scorsa Sergio Luzzatto, sull’inserto culturale
del Sole 24 ore.

Il suo articolo era addirittura la copertina. A tutta pagina campeggiava sotto
il titolo “Miracoli di fede e scienza”. Questo lungo pezzo di Luzzatto si
dilungava proprio a riferire il viaggio a Lourdes di Zola e il successo del suo
libro.

Ma purtroppo non vi si accennava minimamente al retroscena suddetto, che poi è
un clamoroso infortunio. Anzi, Luzzatto – evidentemente ignaro di questa storia
– accredita il libro di Zola come un “meticoloso dossier” contro quell’
“industria del miracolo” che sarebbe Lourdes.

E’ significativo che sull’infortunio di Zola a Lourdes gravi ancora un simile
tabù. Si rilegge oggi il suo libro come se queste cose non fossero accadute.
La pagina del Sole offre anche alcune delle sue pagine dove i cristiani vengono
rappresentati come sciocchi creduloni.

Zola, descrivendo le folle che accorrono a Lourdes, sente pure il bisogno di
precisare (bontà sua) che “non sono solo dei cretini, degli illetterati, ma ci
sono uomini come Lasserre”.

La cosa gli serve per dimostrare che questa “necessità di essere ingannati”
dai presunti miracoli riguarda tutti. Ma chi ha veramente ingannato in questa
vicenda?

Naturalmente il problema non è Zola, ma una mentalità – ancor oggi dominante –
che in nome del realismo nega la realtà, in nome dello scientismo, nega la
scienza e in nome del razionalismo nega la ragione.

Diversamente da quanto comunemente si crede, il razionalismo sta alla ragione
come la polmonite sta al polmone. Ecco perché uno scrittore pieno di umorismo
come Gilbert K. Chesterton, il grande convertito inglese, dirà a proposito
delle diverse reazioni ai miracoli: “Chi crede ai miracoli lo fa perché ha
delle prove a loro favore. Chi li nega è perché ha una teoria contraria ad
essi”.

Bisogna però precisare che il confronto non è alla pari. La mentalità
dominante è l’ideologia di un establishment che la fa da padrone nell’industria
culturale. Non da oggi. Attenzione, non sono io a dirlo.

Luzzatto, che certamente è un laico alquanto lontano dalla Chiesa, nell’
articolo sopra citato, a proposito della conversione di Alexis Carrel, seguita
al verificarsi di quel miracolo, fa questa considerazione impressionante:
“Immaginando che una testimonianza del genere sarebbe bastata a rovinargli la
carriera universitaria, Carrel cercò di mantenere segrete sia la sua visita
alla città dei miracoli, sia l’apposizione della sua firma nella cartella
clinica della donna risanata. Ma le voci circolarono in fretta a Lione come a
Parigi, e nel giro di pochi mesi egli si vide costretto a lasciare la Francia
per l’America”.

Tale era il clima che Carrel, anche dopo aver preso il Nobel, non si decise a
pubblicare il suo “Viaggio a Lourdes”, libro che uscì postumo: “tanto poteva
allora, negli ambienti della ricerca internazionale” osserva Luzzatto “l’idea
che una fede nella fede fosse incompatibile con la fede nella scienza”.

Non ha dunque ragione il papa, Benedetto XVI, quando parla di “dittatura del
relativismo” ?

Antonio Socci

Da Libero, 19 febbraio 2010

La Madonna sconvolge gli intellettualiultima modifica: 2010-03-05T08:55:57+01:00da gioiaepace
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