da Cristiani per servire

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Il Presidente

Gentile Signor Presidente del Consiglio dei Ministri : Per la malattia mentale occorre una vera politica e “ non disinteresse” !

 

Nell’indicare in “una vera politica” una maggiore valutazione verso la malattia mentale, un vero ed autentico flagello sociale, il mondo cattolico e della sofferenza ancora una volta ha avuto una profonda delusione per la mancata possibilità di realizzazione di quei provvedimenti legislativi concreti ed attuabili che tutelino il diritto e la dignità dei sofferenti patologie mentali.

 

Signor Presidente del Consiglio dei Ministri, abbiamo conosciuto una amara realtà, nell’apprendere che nei 5 Punti Programmatici esposti, oggi 29 settemebre 2010, in Parlamento e né in futuro per tutto quanto avvolge questa grave “problematica”, non vi sarà quella riforma dell’assistenza psichiatrica attesa da ben 32 anni dai sofferenti, dalle famiglie e dalla gente per la propria sicurezza.

 

Pur ritenendo giusti quei nodi sociali caldi e lineari espressi nei 5 Punti Programmatici, non condividiamo l’esclusione, ripeto, di quella invocata legge-quadro, ripeto, inerente il disagio psichico da tempo auspicata e per la quale eravamo molto fiduciosi.

 

Le nostre aspirazioni, i nostri sforzi, i n/s umili “suggerimenti”, condensati in tante Petizioni al Parlamento ed al Governo tendenti ed intesi alla soluzione di questa “problematica”, malgrado siano passati moltissimi anni dalla chiusura dei “manicomi”, questo “ciclone sociale”, questo “bubbone”, questa “patata bollente” non viene risolta malgrado i  vari Governi che si sono succeduti a Palazzo Chigi, compreso il Suo Signor Presidente del Consiglio dei Ministri.

 

Mah! a tutt’oggi, 29 settembre 2010, non abbiamo riscontrato alcun “movimento” d’iniziativa governativa sulla “materia”, né prevediamo, ripeto, una concreta realizzazione futura, malgrado la notizia di ieri 28 settembre 2010, che un figlio, sofferente psichico, ha ucciso a bastonate i propri genitori.

 

Ricordo, in passato, che l’azione rivolta a rendere propositivi gli “interventi” dell’epoca, per quella parte riguardante la malattia mentale,( che non ebbe alcun approfondimento), fu la stesura del “Programma di Azione del Governo per le politiche dell’handicap 2000-2003 del 28 luglio 2000”, approvato dal Consiglio dei Ministri su proposta dell’allora Ministro della Solidarietà Sociale On.Livia Turco (così come si rileva dal Testo della  Presidenza Consiglio dei Ministri- Dipartimento Affari Sociali).

 

Lo stesso risultato si è riscontrato con l’attuale Suo Governo ! : totale disinteresse!

 

Intanto incombe e grava sempre il pericolo nella n/s società.

 

Secondo la teoria di Areteo di Cappadocia, medico greco al tempo di Nerone dopo Ippocrate fu il migliore conoscitore di malati, quasi 2000 anni or sono evidenziò il fatto che la malattia mentale “esplodeva” :

– nei mesi primaverili ed estivi come quelli più propensi per l’instaurarsi della sintomatologia maniacale;

– nei mesi invernali quelli in cui è facile vedere insorgere la sintomatologia depressiva.

 

Oh! quanto sono valide le previsioni degli “antichi”, che ancora oggi, purtroppo, si avverano !

 

Un’autentica “lezione”, una prevedibile “attenzione”, un chiaro “monito” che la nostra società, soprattutto le n/s Istituzioni dovrebbero tenere nella massima considerazione.

 

A distanza di tempo e malgrado, ripeto, avvenimenti”e “tragedie familiari” quasi quotidiane, ancora una volta dobbiamo constatare che la politica non vuole integrare i sofferenti problemi psichici nei privilegi della società, né iniziare un processo di rinnovamento.

 

 Solo litigi, disinteresse, sconnessa e dissociata politica.

 

Si dimentica, non a caso, che in questa ottica fino oggi i “malati” sono stati ignorati, non considerando le oggettive difficoltà incontrate dagli stessi e dalle famiglie ingannate ed illuse da qualche pseudo promessa elettorale, di qualche coalizione politica, di trasformazione di questa “problematica”. Purtroppo nessun vantaggio è pervenuto per questi sofferenti, per le loro famiglie ed a garanzia della sicurezza dei cittadini.

 

E poi si dice che la politica, sopratutto i politicanti difendono la famiglia( ma quale famiglia) ed il bene dell’Italia ( non certo quella delle oneste persone!!!).

 

Non mi stanco di ritenere che lo scandalo dei “manicomi” prima e la carenza di pianificazione e programmazione della salute mentale dopo, costituiscono la vergogna del secolo scorso e la pacifica continuazione in questo “duemila.”.

 

Quanti sono responsabili della salute pubblica devono trovare e dare un urgente aiuto a questi malati (circa 10 milioni di sofferenti), dei quali tanti si trovano per le strade delle n/s città e tantissimi nelle loro famiglie dove non possono ricevere l’aiuto legislativo- sociale- economico e di quei strumenti efficaci per difendere l’elementare diritto all’accesso alle cure e all’equità nella salute, nel pieno rispetto della loro integrità e dignità.

 

Malgrado le “buone intenzioni ed i sagaci suggerimenti”, come al solito, ripeto, finisce il tutto con quelle belle illusorie parole della politica, trionfo dell’ipocrisia, senza passare a leggi appropriate da dove possono scaturire vere e valide soluzioni.

 

Altrimenti, Signor Presidente del Consiglio dei Ministri, sarebbe come cospargere di miele l’orlo del calice delle parole per trovare in fondo l’amaro della delusione.!

 

A noi poveri mortali ( non facciamo politica dì alcun genere!) resta solo sperare che il modus vivendi in atto della politica, ( che oggi “dice” e domani il “contrario” di quello che ha detto ) , comporti e susciti l’interesse di qualche Istituzione su una situazione paradossale, nel contempo ridicola ed offensiva, che costituisce una lesione allo spirito di solidarietà e di altruismo della pubblica opinione.

 

Signor Presidente del Consiglio dei Ministri : la famiglia italiana è turbata, indignata, preoccupata e non può che esprimere la sua protesta, il suo dissenso e rammarico per come e con quale disinteresse non vengono risolti tali problemi sopra esposti e di enorme rilevanza che investono e coinvolgono la serenità della famiglia stessa e per la sicurezza dei cittadini.

 

Previte

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29 settembre 2010

da Cristiani per servireultima modifica: 2010-10-01T09:19:47+02:00da gioiaepace
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2 pensieri su “da Cristiani per servire

  1. Cristiani per servire
    http://digilander.libero.it/cristianiperservire
    e-mail previtefelice@alice.it
    Il Presidente
    L’incapacità giuridica di intendere e volere e l’imputabilità per i malati di mente.

    L’allarme sociale del gravo fatto avvenuto ad Avetrana, non ultimo e come del resto in altre vicissitudini avvenire, in cui lo zio Michele Misseri, reo confesso, ha ucciso Sara Scazzi, riapre il nodo della perizia psichiatrica per raggiungere quella metodologia giuridica della “incapacità di intendere e volere” a volte decisamente incomprensibile e mostruosa, quindi, forse, consequenziale della non imputabilità del soggetto autore del misfatto.

    Non si può decisamente affermare che il raptus di cui sopra sia dovuto ad una infermità mentale, ma si deve considerare che per “disagio mentale” gli psichiatri definiscono situazioni diverse tra loro quali disturbi del comportamento, panico, ansia, depressione, psicosi, disturbi bipolari, schizofrenia, disturbo a volte cronico o recidivante che interessa l’età giovanile-adulta ed i pazienti che raramente hanno coscienza di malattia.

    Il problema dell’imputabilità penale nel campo psichiatrico e le varie diagnosi commesse tra psicopatologia e dinamica dei fatti, è argomento che lasciamo alla competenza medico-legale che si dibatte tra le pericolosità sociali del malato di mente e le condizioni mentali dello stesso “imputato”.

    Ma non è pensabile che menti psichicamente instabili, autori di tragedie umane, possano entrare in Ospedali Psichiatrici Giudiziari o rientrare tranquillamente in famiglia e conseguentemente nella società, la quale in tale maniera resta completamente indifesa ed in balia di “costoro” che si devono ritenere socialmente pericolosi.

    Ora nel triste episodio di Avetrana si comincia a “sventolare” ai quattro venti la solita “perizia psichiatrica” un sotterfugio giuridico, spesso e volentieri “sistema” per evitare la prigione o forse per introdurre il reo negli Ospedali Psichiatrici Giudiziari.

    In Italia con le leggi 180 e 833 s’intendeva superare quei “specifici ed obbrobriosi” sistemi di cura ipotizzando la riconversione delle strutture e cure capaci di garantire interventi integrati e dignitosi per il malato psichico nelle varie fasi del suo trattamento.

    Per quanto riguarda gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, la cui “scomparsa” doveva avvenire adeguando la normativa penale a quella civile che prevedeva da ben 32 anni la soppressione degli istituti manicomiali, è tutt’ora in netto contrasto con i dettami Costituzionali e le leggi 180 e 833, restando i temi dominanti delle “linee guida” per la chiusura degli ex.o.p. mirati ad una corretta assistenza ed ai necessari interventi riabilitativi di tutti gli “ammalati” di questo tipo considerandoli persone invalidate da lunghi periodi di ospedalizzazione o di permanenza in famiglia.

    Ancora oggi ci domandiamo a seguito delle leggi di cui sopra che hanno stabilito la chiusura di tutti i “manicomi” senza distinzione alcuna, perché sono in atto ed ancora aperti 6 Ospedali Psichiatrici Giudiziari e qual è l’utilizzo di quest’ultimi ?

    A chi servono e a che servono? ( ivi compresi i 7 Ospedali Psichiatrici Privati ?).

    Questi “malati” ricoverati negli Ospedali Psichiatrici Giudiziari non possono, per mancanza di una specifica legge, che seguire la stessa modalità e diritti degli altri ammalati, considerati e tutelati “nel rispetto della dignità e dei diritti civili garantiti dalla Costituzione”, secondo la volontà del Legislatore che ha voluto porre fine alla sanzione ufficiale di privazione della libertà e di segregazione di esseri umani assicurando un concreto miglioramento del trattamento terapeutico socio-assistenziale-riabilitativo, ancor oggi molto approssimativo.

    Ancora una volta auspichiamo che nei 5 Punti Programmatici del Governo Berlusconi e l’intendimento delle Istituzioni Legislative si facciano carico di riforme urgenti e gravi problemi del disagio psichico di cui da tempo ci siamo occupati e preoccupati, invece di formalizzare in inutili e dannose litigiosità che non servono né a coloro che gestiscono la res pubblica né ai cittadini !
    http://digilander.libero.it/cristainiperservire Previte

  2. Cristiani per servire
    http://digilander.libero.it/cristianiperservire
    e-mail previtefelice@alice.it
    Il Presidente
    L’incapacità giuridica di intendere e volere e l’imputabilità per i malati di mente.

    L’allarme sociale del gravo fatto avvenuto ad Avetrana, non ultimo e come del resto in altre vicissitudini avvenire, in cui lo zio Michele Misseri, reo confesso, ha ucciso Sara Scazzi, riapre il nodo della perizia psichiatrica per raggiungere quella metodologia giuridica della “incapacità di intendere e volere” a volte decisamente incomprensibile e mostruosa, quindi, forse, consequenziale della non imputabilità del soggetto autore del misfatto.

    Non si può decisamente affermare che il raptus di cui sopra sia dovuto ad una infermità mentale, ma si deve considerare che per “disagio mentale” gli psichiatri definiscono situazioni diverse tra loro quali disturbi del comportamento, panico, ansia, depressione, psicosi, disturbi bipolari, schizofrenia, disturbo a volte cronico o recidivante che interessa l’età giovanile-adulta ed i pazienti che raramente hanno coscienza di malattia.

    Il problema dell’imputabilità penale nel campo psichiatrico e le varie diagnosi commesse tra psicopatologia e dinamica dei fatti, è argomento che lasciamo alla competenza medico-legale che si dibatte tra le pericolosità sociali del malato di mente e le condizioni mentali dello stesso “imputato”.

    Ma non è pensabile che menti psichicamente instabili, autori di tragedie umane, possano entrare in Ospedali Psichiatrici Giudiziari o rientrare tranquillamente in famiglia e conseguentemente nella società, la quale in tale maniera resta completamente indifesa ed in balia di “costoro” che si devono ritenere socialmente pericolosi.

    Ora nel triste episodio di Avetrana si comincia a “sventolare” ai quattro venti la solita “perizia psichiatrica” un sotterfugio giuridico, spesso e volentieri “sistema” per evitare la prigione o forse per introdurre il reo negli Ospedali Psichiatrici Giudiziari.

    In Italia con le leggi 180 e 833 s’intendeva superare quei “specifici ed obbrobriosi” sistemi di cura ipotizzando la riconversione delle strutture e cure capaci di garantire interventi integrati e dignitosi per il malato psichico nelle varie fasi del suo trattamento.

    Per quanto riguarda gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, la cui “scomparsa” doveva avvenire adeguando la normativa penale a quella civile che prevedeva da ben 32 anni la soppressione degli istituti manicomiali, è tutt’ora in netto contrasto con i dettami Costituzionali e le leggi 180 e 833, restando i temi dominanti delle “linee guida” per la chiusura degli ex.o.p. mirati ad una corretta assistenza ed ai necessari interventi riabilitativi di tutti gli “ammalati” di questo tipo considerandoli persone invalidate da lunghi periodi di ospedalizzazione o di permanenza in famiglia.

    Ancora oggi ci domandiamo a seguito delle leggi di cui sopra che hanno stabilito la chiusura di tutti i “manicomi” senza distinzione alcuna, perché sono in atto ed ancora aperti 6 Ospedali Psichiatrici Giudiziari e qual è l’utilizzo di quest’ultimi ?

    A chi servono e a che servono? ( ivi compresi i 7 Ospedali Psichiatrici Privati ?).

    Questi “malati” ricoverati negli Ospedali Psichiatrici Giudiziari non possono, per mancanza di una specifica legge, che seguire la stessa modalità e diritti degli altri ammalati, considerati e tutelati “nel rispetto della dignità e dei diritti civili garantiti dalla Costituzione”, secondo la volontà del Legislatore che ha voluto porre fine alla sanzione ufficiale di privazione della libertà e di segregazione di esseri umani assicurando un concreto miglioramento del trattamento terapeutico socio-assistenziale-riabilitativo, ancor oggi molto approssimativo.

    Ancora una volta auspichiamo che nei 5 Punti Programmatici del Governo Berlusconi e l’intendimento delle Istituzioni Legislative si facciano carico di riforme urgenti e gravi problemi del disagio psichico di cui da tempo ci siamo occupati e preoccupati, invece di formalizzare in inutili e dannose litigiosità che non servono né a coloro che gestiscono la res pubblica né ai cittadini !
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