Conoscere i bisogni dei rifugiati siriani

 

UPP@Domiz-021

Lo scorso 21 febbraio l’Alto Commissariato per i Rifugiati delle Nazioni Unite ha lanciato l’ennesimo grido d’allarme. Con la crisi siriana che non accenna ad arrestarsi, l’agenzia ONU prevede che nei prossimi due anni oltre 100 mila persone in fuga dalle proprie case avranno bisogno di assistenza. Numeri impressionanti che si vanno ad aggiungere ai già 2.5 milioni di siriani che cercano rifugio nei campi profughi allestiti nei paesi confinanti.

 

Tra questi l’Iraq, che ospita dal 2011 circa 223 mila siriani. A Domiz, nella Provincia di Dohuk, nella regione semi-autonoma del Kurdistan (KRG), dove un Un ponte per… opera dall’inizio della crisi, si trova il campo profughi più popolato del Paese, con oltre 45 mila residenti. Queste tuttavia sono solo le stime ufficiali, mentre altre fonti parlano di 60 mila persone, nonostante la capacità massima del campo sia di 27 mila.

 

Con l’obiettivo di fornire una valutazione accurata dei bisogni dei rifugiati siriani in Iraq, Un ponte per… ha condotto uno studio sul campo attraverso sondaggi e focus group di discussione, da cui sono emerse importanti conclusioni sulle priorità da affrontare.

 
La fornitura dei beni primari, resta una delle preoccupazioni principali per i rifugiati siriani. Le povere condizioni igieniche toccano tutti gli aspetti del campo, e spesso lo scarso coordinamento tra i rifugiati e i differenti attori umanitari non aiuta. Per questo un miglioramento nelle condizioni di vita nel campo può essere raggiunto attraverso il rafforzamento dell’interazione tra tutti i soggetti coinvolti, assicurando che gli stessi rifugiati siano coinvolti in ogni processo decisionale riguardante la gestione del campo.

 
Cure specialistiche e un programma di protezione dovrebbero essere attivati per assistere i gruppi più vulnerabili (genitori soli, madri in stato di gravidanza o con neonati, invalidi, orfani). Considerata la significativa presenza di queste persone nel campo, fornire un’assistenza specialistica (medica e psicologica) è importante non solo per il loro benessere, ma anche per il supporto alle famiglie nel seguire i componenti particolarmente bisognosi.

 
Garantire un’educazione appropriata e un’istruzione scolastica nel campo è necessario al fine di evitare la creazione di una generazione perduta, considerata l’alta percentuale di minori e di giovani. Far ripartire il processo educativo è estremamente difficile dopo mesi se non anni di abbandono scolastico, specialmente nelle condizioni precarie come quelle dei campi nel Kurdistan Iracheno. Ma offrire un’educazione appropriata è uno strumento fondamentale per ricostruire il futuro dei bambini siriani.

 

 

In questo processo, oltre alla creazione e al miglioramento delle strutture educative, è necessario anche sensibilizzare le famiglie attraverso un sistema di incentivi affinché mantengano i figli a scuola, dato che gli abbandoni scolastici sono dovuti anche alle condizioni di estrema povertà. In questo modo si contribuirebbe alla lotta contro il lavoro minorile, molto diffuso nei campi. Per questo l’istruzione ed il lavoro dovrebbero essere affrontati in un approccio complementare. Maggiori sforzi dovrebbero essere fatti nella formazione professionale e nei processi di sensibilizzazione, in modo da aumentare le opportunità lavorative ed evitare trattamenti discriminatori nei confronti dei rifugiati siriani. Un network di supporto per la ricerca di lavoro all’interno del campo potrebbe ridurre le difficoltà dovute al confrontarsi con un sistema burocratico diverso dal proprio, oltre a favorire relazioni lavorative fra i rifugiati siriani e la popolazione locale.

 
La ricerca è stata realizzata nell’ambito del progetto di assistenza ai rifugiati siriani nel campo di Domiz e di al-Qa’im (nella foto), un impegno al fianco dei siriani e delle siriane in fuga dalla guerra che Un ponte per… porta avanti da fine 2011.

 
fonte Un ponte per…

Conoscere i bisogni dei rifugiati sirianiultima modifica: 2014-03-31T11:31:42+02:00da gioiaepace
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